Multato di 430 euro per aver chiesto la pace.
Caslino d’Erba <<Un atto intimidatorio>>. Il messaggio scritto sullo striscione, ritiene Marco Borella, non sia politico ma una richiesta di pace e quindi per lui la contravvenzione si configura come una intimidazione.
<<Stop bombing Gaza, stop genocide>> si leggeva a Desio sud davanti al banchetto dell’apicultore, su fondo bianco con vernice rossa, come scrivono i carabinieri del centro della Brianza. Per questo messaggio è stata elevata una contravvenzione di 430 euro, dopo aver chiesto all’apicultore di Caslino d’Erba, in via amichevole, di togliere lo striscione davanti al suo banchetto.
I militari hanno sempre rimarcato come l’esposizione rientri tra le contravvenzioni per non aver rispettato il codice della strada e in particolare l’articolo 23 che riguarda pubblicità sulla strada e sui veicoli. Dovrebbe partire a breve anche un’interrogazione parlamentare da parte del senatore Tino Magni mentre Borella ricorrerà al giudice di pace.
Quanto accaduto lo ricostruisce lo stesso Borella, conosciuto a Caslino d’Erba e in tutto l’Erbese per la sua attività: <<Ero al mercato comunale di Desio Sud quando sono arrivati i carabinieri accusandomi, in un primo momento, di propaganda politica non autorizzata chiedendomi di rimuovere lo striscione – racconta -. In un primo momento hanno parlato di una violazione all’articolo 23 del Codice della Strada comma quattro bis>>.
L’articolo citato vieta sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici.
<<Io mi sono assolutamente rifiutato perché non si trattava di propaganda politica, non promulgava contenuti di odio razziale e non ledeva i diritti di nessuno o diffondeva l’odio. Semplicemente era uno striscione per portare l’attenzione sulla situazione in Palestina, chiedendo la pace. Questo striscione mi accompagna da ormai un paio di mesi e nei mercati c’è chi mi ferma dandomi ragione e chi, civilmente, si lamenta dalle mie posizioni, ma sempre in modo colloquiale ed è importante in ogni caso aver portato l’attenzione su una situazione simile di cui si parla poco e in modo parziale. Mai avuto problemi>>.
Davanti al rifiuto a rimuovere lo striscione i carabinieri hanno chiesto l’intervento di un superiore, spiega Borella: <<Hanno contattato telefonicamente un loro superiore che poi si è presentato di persona. Devo dire che i carabinieri in generale si sono comportati con molta cortesia, soprattutto questa persona che ha cercato di mediare. Credo qualcuno li abbia chiamati logicamente. Alla fine mi hanno contestato non il comma 4 bis ma, sempre per quanto riguarda l’articolo 23, ma il comma uno ed undici>>.
Il divieto a collocare insegne, cartelli, manifesti… visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che… possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale.
La sanzione in questo caso è di 430 euro: <<Non sono d’accordo neppure su questa loro lettura perché lo striscione non era rivolto verso la strada ma verso il mercato dove c’è il passaggio solo dei pedoni. Mi sembra in realtà un atto intimidatorio nei confronti di chi esprime liberamente una sua opinione. Mi dicono che dovrebbe partire anche un’interrogazione parlamentare, io non mi aspettavo tutto questo clamore e anzi sto cercando in tutti i modi di apparire il meno possibile, quello che conta è il messaggio. Comunque con il mio avvocato farà ricorso al giudice di pace>>.
Giovanni Cristiani